EnerMOD (1/2)

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Modifica del telaio

Prima di farvi vedere cosa ho fatto al mio Enermax EG365P-VE, vi farò vedere com’era prima:

Magari qualche anno fa, per un alimentatore, avere due ventole era considerato un punto di forza (e forse è ancora così), ma oggigiorno ci sono altre soluzioni per migliorare il flusso d’aria all’interno di un alimentatore, senza compromettere la sua silenziosità operativa.
Una di queste soluzioni è quella di dotare l’alimentatore di una sola enorme ventola anziché una coppia di ventole più piccole; in questo modo, per spostare la stessa quantità d’aria, la ventola grande dovrà fare meno giri/min e quindi risulterà più silenziosa.

Ora che vi ho detto il perché, vi dirò il come.

Top Motor DF1212025

Per prima cosa, sono andato a documentarmi sulle caratteristiche delle due ventole montate nell’Enermax, ed ho notato che si tratta di modelli molto potenti, specie quella sul retro (80 mm). In particolare, hanno un assorbimento massimo complessivo di 0,5 A; questo vuol dire che il regolatore di tensione che le pilota, potrà tranquillamente pilotare una ventola da 120 di dimensioni medie. La scelta sulla sostituta quindi è caduta sulla Top Motor Medium 120x120x25 mm (DF1212025SM), accreditata di un assorbimento massimo di 0,38 A e di una portata massima che si avvicina alla somma delle due montate sull’Enermax (che comunque lavorano in serie, quindi la loro portata non va sommata!).

C’è un piccolo dettaglio: la ventola ha un connettore Molex a tre pin (quello col filo per il segnale tachimetrico), mentre la ventola originale montata sul retro è stata fatta su misura per quest’impiego: escono un filo rosso, uno bianco e due (!) neri; questi fili poi formano la coppia di alimentazione (che si collega al circuito interno dell’Enermax) e la coppia tachimetrica, che esce dall’alimentatore.
L’unica soluzione “pulita” è di dissaldare i fili direttamente sulle piazzole del piccolo PCB della ventola (per prenderli alla massima lunghezza), e attaccarli a quelli della ventolona. Il risultato lo vedrete nelle foto più avanti; per ora vi dico solo che è venuto uno splendore!

E ora la modifica al telaio. Mi sono armato di Dremel (minitrapano/frullino) ed ho segato via un quadrato di dimensioni appena inferiori a 120x120 mm, lasciando però dei quadratini agli angoli per i punti d’attacco della ventola, quindi ho sgrossato la lamiera così tagliata.
Facendo prove di montaggio e chiusura dell’alimentatore con la nuova ventola montata, mi sono accorto di alcuni “dettagli”:

A questo punto è sorto un problema: di tutti i negozi dalle mie parti a Roma (ferramenta, smorzi, materiali plastici), incredibilmente nessuno ha griglie adatte al mio scopo. Come ottenerne una?
Pensa e ripensa…
Beh, in effetti io devo togliere la griglia da davanti; perché non spostarla dietro anziché buttarla?

Quindi finalmente, dopo 4-5 giorni di fermo, ho ripreso a lavorare. E stavolta per finire!
Ho spianato per bene la parte posteriore, per aumentare la superficie da “grigliare”; poi ho tagliato la griglia da davanti, avendo cura di tagliare più di quanto necessario, in modo da poter limare la griglia senza problemi fino a rendere le due parti combacianti.
A questo punto mi sono occupato della parte anteriore: stavo pensando di mettere una toppa in metallo (ricavata dal guscio di un lettore CD defunto), quando ho avuto un’altra illuminazione: perchè non fare una bella finestra in plexyglass?
Così ho comprato un pezzo di plexyglass di un bel celeste trasparente, ed ho ritagliato una sagoma leggermente più grande di quella ritagliata, sempre per il motivo di cui sopra.

A questo punto si tratta solo di attaccare il tutto: per incollare metallo con metallo, ho usato Bostik Acciaio Rapido, mentre per saldare il plexyglass ho usato Bostik Saldarapido Mixer (sono tutti e due adesivi bicomponente). Dopo vari tentativi (metto la colla, si muove, la colla ha già fatto presa: tolgo la colla e la rimetto…) ho ottenuto il risultato cercato: i due lati del telaio sono perfetti, anche se probabilmente meno resistenti degli originali (non che mi cambi niente…).

Beh, questo è il risultato… non so voi come vi sentireste, io direi “orgoglioso”!

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